Fin dalla scuola elementare ho nutrito un forte interesse per la matematica: sono sempre stata attratta dal ragionamento logico e dal suo utilizzo per la risoluzione di problemi. In particolare, ciò che apprezzo maggiormente della matematica è la sua coerenza interna: a differenza di molti aspetti della vita, conoscendo le premesse, si possono ottenere conclusioni rigorose e prevedibili. Questa passione mi ha portato a intraprendere il corso di studi in Matematica presso l’Università di Milano Bicocca, inizialmente con l’intento di utilizzare la laurea per accedere al mondo aziendale. Tuttavia, dopo aver conseguito la laurea magistrale, ho avuto l’opportunità di iniziare il Dottorato sotto la supervisione della Prof.ssa Susanna Terracini, che mi ha introdotto alla ricerca accademica. Questo percorso mi ha condotto, dopo diverse esperienze, al mio attuale ruolo di Prof.ssa Associata presso il Politecnico di Milano.
Durante il dottorato, mi sono specializzata nello studio delle equazioni differenziali alle derivate parziali, che sono tuttora il principale oggetto della mia ricerca. Pur trattandosi di equazioni spesso mutuate dalla fisica, il mio approccio è prevalentemente teorico: spesso l’obiettivo è dimostrare l’esistenza di soluzioni e analizzarne proprietà specifiche, come l’unicità o la simmetria. Un problema che mi appassiona da diversi anni è quello della ricerca di soluzioni di equazioni ellittiche nelle quali il termine non-lineare ha crescita sopra-critica nel senso di Sobolev. La principale difficoltà nell’approcciare queste equazioni è la mancanza di immersioni di Sobolev: questo fatto rende impossibile applicare le tecniche classiche per la ricerca di soluzioni. Per aggirare questo ostacolo ho applicato negli anni differenti metodi: variazionali, topologici, shooting e combinazioni di queste tecniche. Effettuare simulazioni numeriche è stato talvolta utile per avere un’intuizione sui risultati attesi.
L’ingresso nel mondo della ricerca ha rappresentato inizialmente una dura sfida per me, sotto molti punti di vista. L’aspetto che mi ha colpito maggiormente è la somiglianza tra il lavoro del ricercatore e quello dell’artista: entrambi si trovano davanti ad una “tela bianca”, talvolta senza conoscere con esattezza l’oggetto dello studio, o da dove iniziare ad affrontarlo. La matematica della ricerca per molti versi non assomiglia alla matematica che si studia a scuola: non si tratta di una strada dritta e ben delineata, ma piuttosto di un sentiero ricco di bivi e diramazioni, nel quale è facile smarrirsi.
Fortunatamente, nei primi anni di dottorato ho beneficiato del supporto della mia relatrice e di un gruppo affiatato di colleghi. La comunità che si occupa di equazioni alle derivate parziali è molto unita, e i congressi sono occasioni preziose per confrontarsi e instaurare nuove collaborazioni. Il lavoro di squadra è stato fondamentale per la mia crescita professionale e tutt’ora ritengo la collaborazione molto importante: nel lavoro del ricercatore, seppur in matematica, uno più uno fa più di due!
Il percorso per ottenere un posto a tempo indeterminato in Italia non è stato semplice. Dopo il Dottorato, ho usufruito di diverse borse di studio in Italia, Francia e Belgio, e successivamente ho ottenuto un incarico permanente all’Università di Amiens, in Francia. Ho trascorso circa sette anni all’estero, un’esperienza arricchente sotto molti aspetti, ma anche impegnativa, soprattutto per la difficoltà di conciliare i continui spostamenti con le esigenze familiari.
Dal 2020 lavoro stabilmente presso il Dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano, un ambiente estremamente attivo e stimolante. Oltre alla ricerca, mi dedico con passione alla didattica, investendo molte energie in questo ambito. Recentemente, ho iniziato ad interessarmi alle tecniche di didattica attiva e sto introducendo nei miei corsi l’utilizzo di software per l’interazione nelle grandi aule.