
Ci facciamo raccontare qualcosa sul suo lavoro, sui suoi interessi e sul suo percorso.
Perché hai deciso di studiare matematica e com’è stato il tuo percorso di laurea?
Non posso dire di far parte della categoria “appassionati di matematica sin dalla prima infanzia”. Sin da piccola mi hanno affascinato la storia e la letteratura, in particolare la cultura greca. Optai per studi classici e fino ai primi anni di liceo fui convinta che avrei proseguito su questa strada. Tuttavia, negli ultimi anni, complice un bravo insegnante, il mondo matematico cominciò ad incuriosirmi. Alla fine la curiosità vinse e mi iscrissi a Matematica. Durante la magistrale mi appassionai agli argomenti insegnati nei corsi di analisi e probabilità. Scelsi di fare una tesi magistrale di ricerca sullo studio di alcune equazioni stocastiche alle derivate parziali per modelli fisici.
Sei sempre stata decisa su cosa fare dopo la laurea?
Durante il mio percorso universitario non avevo ben chiaro cosa avrei fatto dopo. L’idea di una carriera accademica cominciò ad attrarmi verso la fine dei miei studi, soprattutto durante il lavoro di tesi magistrale. Avevo comunque molti dubbi sulla fattibilità di tale scelta. Il percorso verso una posizione in Università è molto lungo, complicato e soprattutto incerto. Feci un Dottorato dicendomi che avrei posticipato la decisione di “cosa fare della mia vita” alla fine di questo. Nonostante le varie crisi durante il Dottorato alla fine capii che fare ricerca era quello che volevo e decisi di provare a continuare su questa strada.
Di cosa ti occupi principalmente nella tua attività di ricerca?
Mi occupo dello studio di equazioni alle derivate parziali stocastiche. Queste equazioni permettono di modellizzare fenomeni di varia natura (fisici, biologici, finanziari etc.) caratterizzati da perturbazioni e turbolenze non prevedibili. Di questo tipo di equazioni studio principalmente l’esistenza e l’unicità di soluzioni e il loro comportamento asintotico in termini di misure invarianti.
Cosa ti piace di questo lavoro?
Di questo lavoro mi piace il fatto che ti permetta di imparare sempre qualcosa di nuovo. Oltre a cercare le risposte, si impara poi, col tempo, anche a farsi le domande; per ogni risposta data si apre un nuovo problema da studiare. Certo, spesso il tutto è demoralizzante: si possono passare mesi ad arrovellarsi su un problema senza trovare il modo per risolverlo, ma la soddisfazione che si prova quando le cose funzionano ripaga di tutto.
Di questo lavoro mi piace molto anche il fatto che dia la possibilità di viaggiare, conoscere persone nuove e avere sempre l’occasione di confrontarsi e vedere le cose da prospettive diverse.
Uscendo dal contesto matematico, quali sono i tuoi hobby e le tue passioni?
Non ho mai abbandonato le mie “passioni umanistiche”. Mi piace molto andare a teatro, leggere, disegnare e viaggiare.
Che consiglio ti sentiresti di dare a chi sta studiando ora?
Il consiglio che mi sento di dare a chi sta studiando ora è di cercare di scoprire cosa lo appassiona veramente, cosa lo incuriosisce e lo interessa. Se si riesce, l’ideale è trasformare quella passione in un lavoro; ma se questo non dovesse accadere non bisogna viverlo come un fallimento. È importante ricordarsi che la vita non si esaurisce nel lavoro, la cosa a cui ambire è un equilibrio che permetta di coltivare le proprie passioni nel tempo libero, senza che il lavoro assorba tutto lo spazio.